SCRATCHES - GRAFFI MORTALI

 

Graffi mortali… brrrrr… io e Claudio abbiamo ancora i brividi per quell’ultima scena… ma andiamo per ordine.

Tutto inizia nel lontano 1963 dove il padrone del maniero di Blackwood, in un momento di pura follia, uccide la sua bella moglie suicidandosi (forse) poco dopo.

La polizia archiviò il caso e la residenza passò ad un loro amico di famiglia, il dott. Milton, un tipo solitario che scomparve subito dopo misteriosamente e senza lasciare traccia.

Il maniero rimase così disabitato per decenni finché fu acquistato dal nostro protagonista Michael Arthate, un affermato scrittore di libri horror, che decide di passarvi tre giorni per concentrarsi sul suo nuovo libro e qui inizia il bello per lui, o meglio… per noi…

Michael si accorge di non essere solo in quella casa… sente sussurri, rumori sinistri… strani gorgoglii che salgono dalle fondamenta e che non hanno nulla di umano… rumori di unghie che graffiano le pareti… per non parlare poi dei suoi innumerevoli incubi notturni… Da qui scopre che il maniero nasconde degli inquietanti segreti lasciati dai vecchi proprietari, e così inizia a curiosare.

Possiamo dire che gli autori sono riusciti magicamente a creare un horror psicologico davvero da brivido. In vari momenti del gioco ci si trova in un silenzio totale, dove sopraggiunge l’ansia di scoprire cosa si cela dietro a certe porte o chi emette certi strani e agghiaccianti rumori. Per non parlare del vedo-non vedo notturno con il cielo sempre grigio accompagnato da una perenne nebbiolina. Tutti questi indizi portano a pensare che Michael non è solo… che noi non siamo soli, che ci sono delle presenze forse non umane e tutto questo ti mette ansia e inquietudine. Si sente il freddo nelle ossa.

Ma gli autori non si sono fermati solo alla vista, ma anche all’udito infatti il tutto viene  accompagnato da una musichetta di sottofondo che si alza puntualmente in modo diabolico nei momenti clou dell’avventura, dove con uno spavento improvviso puoi anche sobbalzare dalla sedia, ma questo a noi non è accaduto. :-)

La grafica è eccellente. L’interno del maniero è molto dettagliato con un arredo vittoriano, si possono poi esplorare la cantina e il solaio. Anche gli esterni sono altrettanto dettagliati come il garage, la serra, la cappella e la… cripta… brrrr…

Questo gioco è il classico “punta e clicca”, dove non ci sono labirinti, rompicapo più o meno difficili, ma è basato sulla ricerca e uso degli oggetti, ma non per questo è semplice, in quanto ci sono delle trovate davvero originali. La grafica un po’ sfumata ti porta ad avere molto spirito di osservazione, altrimenti certi particolari ti sfuggirebbero.

Il gioco è diviso in tre giorni. All’inizio il nostro Michael deve concentrarsi sulla “sopravvivenza” come aprire l’acqua, accendere la luce e il fuoco. Il nostro protagonista ha anche un oggetto molto importante che può usare e che a volte ci consentirà di sbloccare il gioco, ossia un telefono.

Conclusioni: non giocateci da soli e soprattutto non di sera! Giocatore avvisato, mezzo salvato.

 

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