POST MORTEM

 

Post Mortem non è un gioco semplice ma ha il merito di afferrare immediatamente l’attenzione del giocatore tenendolo sveglio e ben attento per tutto il percorso del gioco.

Quest’avventura grafica dai risvolti giallo-horror è ambienta nella notturna e nebbiosa Parigi gotica degli anni ’40. Le ambientazioni sono molto suggestive e la storia inizia con un misterioso e rituale assassinio.

Il gioco inizia con un filmato in un albergo, l’Orphè. Una coppia di ospiti americani è stata trovata orribilmente assassinata. Le loro teste tagliate e posate in grembo con in bocca una moneta antica. E qui ha inizio la nostra avventura.

Il nostro protagonista, Gus Mc Pherson, è un ex detective di New York in bolletta,  trasferitosi a Parigi per condurre una vita da pittore bohemien. Ma Gus non è un uomo qualunque. Infatti lui, con delle visioni premonitrici, ha visto il delitto e anche l’assassino mascherato che lo ha compiuto.

Subito dopo il delitto, Mc Pherson viene contattato da Sophia Blake, un’affascinante e danarosa dark lady nonché sorella della donna assassinata. Ella chiede di far luce a questo orribile delitto e recuperare un ricordo di famiglia rubato alla vittima e cioè la testa di Bafometto.

Da questo momento il nostro Gus inizia una serie di indagini nelle quali sono essenziali le cose dette, non dette o dette nel modo errato. Infatti il gioco è molto condizionato dalle opzioni di dialogo, in quanto possono condurre a sviluppi diversi o addirittura al blocco totale del gioco stesso. Spieghiamo meglio.

Di solito la scelta di opzioni diverse non dovrebbe precludere la prosecuzione del gioco ma lasciare delle alternative e raggiungere lo scopo per vie diverse, invece in questo caso, se il dialogo non è condotto nel modo “giusto” finisce per precludere ogni possibilità di avanzamento. E prima di accorgerti che non hai fatto i dialoghi giusti passi delle decine di minuti a chiederti ”ma cosa ho tralasciato???”. Quindi bisogna salvare spesso e provare in vari modi i dialoghi. Questo rende il gioco difficile e a volte noioso, anche perché i dialoghi sono molto lunghi e divagano molto…

Il nostro Gus per non brancolare nel buio deve visitare molti luoghi, molte stanze e interagire con molti personaggi, come il lavativo commissario francese, o il gendarme ubriacone. Deve parlare con l’italianissimo ristoratore Tonio o affrontare il pazzoide psichiatra tedesco. Deve interagire con il portiere di notte Malet, un ometto debosciato e isterico, e con M.me Loiseau, la veggente svampita (ma solo in apparenza, e nel finale si capisce il perché). 

Post Mortem è un gioco che ti aspetti ci siano continui colpi di scena, ma purtroppo non avvengono. Allora dici: ci sarà sicuramente un finale bomba e invece niente…

Infatti l’indagine si conclude con un finale scontato e senza il classico “filmato finale” dove di solito viene spiegato tutto ciò che non è stato detto e di conseguenza non capito. Purtroppo in questo gioco molte domande rimangono senza risposta, come ad esempio il perché della morte di Malet e di Hulot, o il perché della scena finale in cui M.ma Loiseau entra in possesso della testa di Bafometto.

Resta comunque un gioco valido e godibile con un’ambientazione d’epoca estremamente ben curata e una storia che ti tiene desto fino alla fine, in quanto speri sempre in un colpo di scena. Per concludere, possiamo dire che gli enigmi rappresentano difficoltà di vario livello, ma ci vuole soprattutto molto spirito di osservazione. 

Buon divertimento!

 

Torna alla sezione Viaggi