I COLORI DELLA CAMARGUE E
I PROFUMI DELLA PROVENZA
1° giorno (domenica 6 maggio 2007)
Sveglia alle 5, partenza alle 6. Con la nostra Angie (è la nostra 407 SW, Layla deve sempre dare un nome a tutto...) siamo entrati in autostrada a Padova Ovest. A Vicenza abbiamo chiamato il Numero Verde dell’autostrada: in una piazzola di sosta abbiamo visto un cagnolino abbandonato. Tra Verona e Peschiera strage di uccellini: uno l’abbiamo tirato sotto, l’altro l’abbiamo centrato con il parabrezza. Giuro che non correvo... erano a centinaia sulla prima corsia... Dopo alcune soste in autogrill, alle 11.00 siamo entrati in Francia. Venti km prima di Aix-en-Provence ci siamo fermati a fare gasolio (1,17 €/l) e a mangiare i panini. Pedaggi fino a qui: 1,90+1,30+2,60 (munirsi di molta moneta per il pagamento nei cosiddetti “canestri”). Abbiamo ripreso il viaggio e verso le 15.00 siamo arrivati a Nimes (pedaggi: 12,40+3,80+1,80).
Avevamo prenotato
tramite Internet una stanza all’hotel “Balladins” (www.hotel-balladins-nimes.com),
che si trova in una vasta area commerciale alla periferia di Nimes. Prezzi
(senza colazione): domenica 46,00 €, i successivi tre giorni 56,00 €. L’hotel ha
un comodo parcheggio privato, chiuso durante la notte. La stanza che ci hanno
dato (132), con bagno, era un po’ troppo piccola. Il letto, più che un
matrimoniale, era ad una piazza e mezza. Pulizia nella norma. A due passi
dall’hotel c’era un Mc Donald’s, dove abbiamo cenato. Passeggiatina lì in giro e
poi a nanna.
2° giorno (lunedì 7 maggio 2007)
Verso le 2 di notte ci svegliamo per il caldo: l’aria condizionata non funziona. Apriamo un po’ la finestra, ma con Layla “di guardia” perché la stessa butta su terrazzo su cui può salire chiunque. Tre quarti d’ora di rinfrescatina alla stanza e poi di nuovo a dormire.
Sveglia alle 7, partenza alle 8. Ci dirigiamo ad Aigues Mortes, dove siamo arrivati verso le 9. Abbiamo messo la macchina in uno dei parcheggi a pagamento (1,50 €/ora) attorno alle mura. Colazione in un bar all’aperto (2 caffé e 2 croissant: 5,60 €). Appena dentro le mura abbiamo trovato la biglietteria per il trenino che porta alle saline (7,50 € a testa).
Dopo un rapido giro in paese, ci siamo recati al
capolinea del trenino, ma con nostra grande sorpresa è arrivato un pullman...
Pensavamo di aver comprato il biglietto sbagliato, invece si trattava solo di
una navetta che porta all’ingresso. Lì ci aspettava il trenino, che in circa 40
minuti ci ha fatto fare il giro delle saline, grandissime vasche d’acqua
salmastra di colore rosa. Spiegazione solo in francese. Abbiamo visto i primi
fenicotteri.
Nel negozio di souvenir abbiamo comprato varie confezioni di sale. Ripreso il pullman, siamo tornati in paese. Panino in giro per il centro e qualche acquisto nei negozi locali, tra cui il rinomato “vin des sables”. Sia il paese che il giro in trenino ci sono piaciuti moltissimo, secondo noi ne vale la pena.
Ci siamo poi diretti verso Les-Saintes-Maries-de-la-Mer. Lungo la strada abbiamo visto sia tori che cavalli selvaggi.
In paese abbiamo lasciato l’auto in un parcheggio a pagamento (3,00 €/giorno) proprio davanti alla spiaggia. Giro in paese (che ha ben poco di francese, sembrava di essere in Spagna...) e visita alla famosa chiesa delle Marie, dove a fine maggio c’è un grande raduno dei gitani di tutta Europa. La chiesa è molto buia a causa delle scarsissime aperture verso l’esterno. La cripta dedicata a Santa Sara, strapiena di candele ed ex-voto, faceva una certa impressione.
Abbiamo poi raggiunto (circa 1 km
fuori dal paese) il punto di partenza per il giro sul battello “Tiki III” (ampio
parcheggio). In questo periodo gli orari sono: 10.00, 14.30, 16.15. Il giro
costa 10,00 € a persona, e dura un’ora e mezza. Si risale il Piccolo Rodano per
vedere mandrie di cavalli, tori, uccelli tipici della zona (anche fenicotteri).
A metà percorso hanno voluto stupirci con effetti speciali: il battello ha
accostato ad un piccolo recinto sulla riva, dove proprio in quel momento una cowgirl ha accompagnato alcuni cavalli bianchi e una piccola mandria di tori,
che così abbiamo potuto vedere e fotografare a pochi metri. Una cosa un po’
“coreografata”, ma simpatica.
Abbiamo poi
ripreso l’auto e abbiamo imboccato la D570, in direzione del Parco Ornitologico.
E’ aperto dalle 9.00 al tramonto, costo 6,50 € a testa. Secondo noi ne vale la
pena: abbiamo visto centinaia di fenicotteri rosa, uccelli migratori di varie
specie, un ramarro gigante e delle nutrie. C’è anche un piccolo zoo.
Infine ci siamo diretti a Salin de Giraud. Erano le 20.15, in giro non c’era anima viva. Nessun negozio, nessun bar, nessun ristorante aperti. Siamo andati fino alle saline, ma da quel che abbiamo capito dalle scritte sui muri (e dal fantoccio impiccato davanti all’ingresso...), devono aver chiuso il museo del sale e licenziato 128 lavoratori delle saline. L’impressione è di un paese che, a differenza dei due precedenti, non ha mai puntato sul turismo, e che sta quindi gradualmente morendo.
Cena al Mc Donald’s vicino all’hotel, e poi a nanna.
3° giorno (martedì 8 maggio 2007)
Sveglia alle 7, partenza alle 8. Direzione: Pont du Gard, testimonianza del genio romano. Costituisce la parte più prestigiosa e meglio conservata dell’acquedotto costruito per convogliare acqua dalla sorgente di Uzès fino a Nimes. L’acqua vi circolava alla vertiginosa altezza di 48 metri, per attraversare il Gardon. Abbiamo lasciato l’auto nel grande parcheggio sulla riva sinistra (5,00 €/giorno). La visita del ponte è gratuita, mentre si paga la visita al museo (7,00 €), al cinema (4,00 €) e alla ludoteca (5,00 €). Passati sopra il ponte, siamo anche scesi sulle rive del Gardon. Colazione in un bar: per due caffé (in bicchieri di polistirolo), due brioches e una bottiglietta di Perrier abbiamo speso 8,20 €.
La seconda tappa
della giornata era il Mont Ventoux. Ad Avignone abbiamo fatto gasolio (1,019
€/l) in un centro commerciale. I sobborghi di questa città sembrano un pochino
malfamati... Passata Carpentras, a Malucene abbiamo imboccato la strada che
porta al Mont Ventoux dal versante nord.
A valle c’erano 26 gradi, sulla sommità (circa 2000 metri) ce n’erano 13 e tirava un vento fortissimo! In un bar due tornanti più sotto abbiamo preso due crepes al cioccolato e due Pepsi, totale 12,00 €. Discesa dal versante sud, molto più bello e suggestivo dell’altro. Tanto che a quota 1600 metri abbiamo voluto ritornare indietro e gustarci la salita. Da un certo punto in poi la vegetazione sparisce e lascia il posto ad un paesaggio bianchissimo, quasi lunare, fatto solo di ciotoli e pietrisco.
Ridiscesi di nuovo, ci siamo fermati in un prato e abbiamo mangiato i nostri
panini. Ci siamo poi diretti verso Sault. All’inizio la strada non è nulla di
particolare, ma più a valle si passa tra immensi campi di lavanda.
Abbiamo imboccato la strada delle gole del Nesque, carina ma forse non ne vale la pena (e attenzione alle moto che salgono velocissime...).
Ultima tappa della
giornata: Fontaine de Vaucluse. C’è un parcheggio anche prima del paese, ma noi
l’abbiamo attraversato e parcheggiato subito dopo (3,00 €/giorno). Il paese, di
stampo prettamente turistico, era stracolmo di gente. Con una breve passeggiata
di 10 minuti siamo arrivati alla sorgente, famosa per aver ispirato famosissimi
versi di Petrarca.
Indovinate... cena al Mc Donald’s vicino all’albergo e poi a nanna.
4° giorno (mercoledì 9 maggio 2007)
Sveglia alle 7.30, partenza alle 8.30. Direzione: Anduz. Parcheggiata l’auto verso le 09.30 senza dover pagare nulla, ci siamo recati nel locale ufficio del turismo, per chiedere informazioni sul trenino a vapore che porta fino a St Jean-du-Gard. Visto che il primo era partito proprio da pochi minuti, abbiamo deciso di recarci alle grotte di Trabuc (8,00 € a persona), molto belle soprattutto per la cascata sotterranea e i vari laghetti. Queste grotte sono anche soprannominate “le grotte dei centomila soldati”, per via di un punto in cui (con modalità tuttora sconosciute) si sono formate più di 100.000 piccolissime stalagmiti, senza che sopra ci fossero le relative stalattiti. Grotte sconsigliate a chi non vuol far fatica: ci sono alcune centinaia di gradini da scendere e poi da risalire.
Ci siamo poi diretti di corsa verso Uzès, dove volevamo visitare il museo della Haribo. Siamo arrivati alle 12.40, ma pur chiudendo alle 13.00 non ci hanno fatto entrare, perché la visita dura un’ora.
Siamo quindi tornati ad Anduz e abbiamo parcheggiato davanti alla stazione. Passeggiatina verso il centro, dove in una sandwicherie abbiamo comprato un sandwich vegetariano e un hotdog (3,50 € l’uno). Non sazi, in una specie di panetteria abbiamo comprato anche due pezzi di pizza e due wurstel imbottiti nella pasta sfoglia, ma non ci hanno assolutamente convinto...
Tornati in stazione, abbiamo preso il bellissimo treno a vapore (12,00 € a testa andata e ritorno).
Siamo scesi alla stazione intermedia per visitare la Bambouseraie,
parco esotico unico in Europa. Protagonista assoluto è il bambù, con il quale è
stato anche ricostruito un villaggio di palafitte. Ci sono anche un giardino
giapponese e varie piante esotiche. Lungo i sentieri ci sono delle postazioni
dove si possono ascoltare (anche in italiano) tutte le particolarità del parco.
Prima dell’uscita si accede ad un grande garden, dove si possono acquistare
piante e vari oggetti fatti di bambù.
Ripreso il successivo trenino circa due
ore dopo, siamo arrivati a St Jean-du-Gard, dove abbiamo sostato circa 20 minuti
prima di prendere il treno del ritorno. Secondo noi vale la pena di fare questi
13 km di vecchia ferrovia, che si snoda tra bellissimi paesaggi e tunnel sotto
le montagne. Se vi mettete nel primo vagoncino subito dopo la locomotiva,
attenzione alla fuligine...
Un’annotazione: il primo viaggio che parte da Anduz (9.30) e l’ultimo che ritorna (18.40) si effettua su una vecchissima litorina diesel, dentro la quale si muore letteralmente dal caldo. Quindi è meglio preferire orari più centrali della giornata.
Tornati a Nimes, abbiamo lasciato l’auto al parcheggio “Maison Carree” (4,30 € per 2 ore e mezza). Abbiamo visitato il centro della città, tra cui la famosa Arena (solo da fuori). In Bd Admiral Courbet abbiamo cenato al ristorante italiano “La Piazza Papa”. Ordinati spaghetti alla napoletana, insalata mista (con formaggio, prosciutto, pera (!), insalatina, pomodori, uvetta sultanina e tanto condimento all’aglio), due gelati e un litro di acqua gasata, il tutto a 38,60 € (non abbiamo pagato il coperto). Ritorno in hotel per le 22.30.
5° giorno (giovedì 10 maggio 2007)
Sveglia alle 7.30, partenza alle 08.45. Al centro commerciale fuori città abbiamo fatto gasolio (1,024 €/l). Colazione in un bar: per due caffé e due brioches 4,30 €. Prima e ultima tappa della giornata: il museo della Haribo a Uzès. Passando per il centro di Nimes, abbiamo notato come sotto le arcate del lungo ponte della ferrovia siano stati ricavati decine di negozi.
Siamo arrivati al museo verso le
10.30, entrata 5,00 € a persona. In omaggio un pacchettino di caramelle e un
paio di gettoni, che vanno messi dentro una macchina che mostra come vengono
impacchettate le caramelle (ti porti a casa pure queste).
Verso le 11.30 siamo partiti verso casa. Siamo ripassati nella caotica periferia di Avignone, con lavavetri abbastanza insistenti ad ogni semaforo. Siamo entrati in autostrada ad Avignone sud. Pranzo con panini in un’area di sosta attrezzata (in Francia ce ne sono molte). Questi i pedaggi fino al confine: 4,70+12,40+2,60+1,30+1,90. Cena a base di pizza in autogrill a Soave. Rientro a casa per le 22.00. Totale km percorsi: 2500.